mercoledì 22 aprile alle 18.30

Ingresso libero

Leggiamo la recensione del libro di poesie Tra sogno e angoscia. Fantasioso viaggio poetico nell’Universo Napoletano di Margherita Morelli, scritta da Nicoletta Fattorosi Barnaba, che interverrà, mercoledì 22 aprile, con l’autrice.

Questo libro di poesie di Margherita Morelli ha un titolo che sintetizza la vita dell’uomo “Tra sogno e angoscia”, leggendo poi il sottotitolo “Fantasioso viaggio poetico nell’Universo Napoletano”, entriamo subito nel mondo del dialetto di Napoli, che sappiamo tutti trattarsi di lingua e non di dialetto, da quando L’UNESCO l’ha reso tale, dal gennaio 2014. È la seconda lingua, nella nostra penisola, in quanto parlata in gran parte del nostro territorio, dopo quella ufficiale: l’italiano. Una lingua che fa da specchio ad una storia plurimillenaria di una terra che, per consuetudine, si unisce al sole, al caldo, al profumo dei frutti di un luogo generoso.
La generosità di questi luoghi si evince non solo dall’arte, che li caratterizza da secoli, ma anche dal carattere di chi qui ha vissuto e si è radicato nel cuore e nelle tradizioni, tanto forti, sincere e tenaci da volerle offrire agli altri, soprattutto a chi non è di queste parti.
Proporre a Roma un libro di poesie napoletane è un po’ tornare alle nostre radici, spesso parlando di Roma guardiamo a Napoli e alla napoletanità, per esempio la canzone e il presepio romani hanno radici lontane nel tempo, ma simili nella proposta. La motivazione è semplice, entrambe le tradizioni escono da una cultura comune che poi, nei secoli, ha diversificato in parte la sua produzione linguistica, letteraria, musicale e artistica.
Mentre leggevo il libro dell’avvocatessa Morelli, come una dissolvenza, mi sono apparse nella mente storie, frasi e soggetti del teatro di Edoardo, ma ancor di più frasi, rime e musicalità delle poesie di Salvatore Di Giacomo, che fanno da ponte tra il mondo classico e quello attuale. Mi riferisco a “O’ signore d’ ‘festa”.
Questo libro è proprio questo: una lettura moderna che ha radici nell’antico. Le esperienze di lavoro dell’autrice la portano anche ad entrare nel mondo della giustizia, anche di quella con la G maiuscola, con un accento satirico, mette a nudo le difficoltà e a volte le mancanze dell’uomo, penso alla deliziosa e allo stesso modo terribile, poesia “La preghiera del vecchio”.
Più leggiamo le sue poesie e più ci diciamo:” E’ vero, è proprio così”, l’uomo appare a tutto tondo con i suoi pregi e i suoi difetti, con i suoi sorrisi e le sue lacrime; le parole che contengono questi messaggi sono musicali, comprensibili, grazie anche alle note che ci svelano il contenuto di concetti universali. Anche gli animali, protagonisti di alcune composizioni, umanizzati, parlano la lingua degli uomini evidenziando lo stesso umano coinvolgimento nella vita: “La legge del più forte”.
Non ci resta che leggere queste poesie ricche di umanità, che ci portano nel cuore il “caldo” della cultura napoletana, una cultura forte e profonda, ma troppe volte dimenticata da un mondo che corre, lasciandosi dietro un patrimonio di cui piangerà la frettolosa perdita.
L’avvocatessa Morelli è riuscita anche, grazie all’aiuto di capaci e preparate insegnati, a mettere in mano ad alunni delle elementari un libro di poesie, grazie al quale i bambini si sono resi conto del patrimonio linguistico, di cui sono inconsapevoli detentori, e speriamo, nel futuro, appassionati divulgatori.
Ringrazio l’avvocatessa Morelli, per averci dato l’occasione di gustare la poesia napoletana, che parla dell’uomo di sempre, con i suoi difetti e le sue virtù, attraverso la sua lingua di storia millenaria.

Nicoletta Fattorosi Barnaba

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